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voglio vedere il mare
"Si va alla conoscenza come si va alla guerra: vigili, con timore, con rispetto, e con assoluta sicurezza." (Carlos Castaneda, A scuola dallo stregone) 1. Nell'estate del 2004 ho trasportato una tonnellata di acqua di mare dalla foce dell'Adige al Brennero. Il bunker di SCALINI84STUFEN è stato riempito di 100 secchi di plastica pieni dell'acqua stessa. Altri 4 secchi di acqua di mare sono stati appesi alla parete di roccia tra la cascata e il bunker, formando una linea verticale. Nell'aprile 2007 il bunker è stato vuotato, i secchi e i supporti d'acciaio sono stati smontati dalla parete, l'acqua rimasta (dei 1000 litri originali ne erano evaporati circa 700) è stata riportata alla foce dell'Adige e restituita al suo luogo d'origine. 2. A ben vedere, ogni movimento è circolare. Il Brennero è un osservatorio privilegiato della circolarità: i turisti ci passano per andare al mare, dove si abbronzeranno, poi torneranno a casa a impallidire. Il latte tedesco arriva in Italia, viene trasformato in gorgonzola e rispedito in Germania. Anche l'acqua della cascata di SCALINI84STUFEN, una volta arrivata al mare, evapora e ritorna ai monti sotto forma di pioggia. Quando raccolgo l'acqua alla foce dell'Adige e la riporto all'origine, mostro alla cascata il principio (e anche la fine) del suo viaggio eterno. Ai turisti pre-dico l'abbronzatura e il tornare pallidi. Quel che rimane a me -alla fine del lavoro, all'inizio del prossimo- è la realizzazione di un vecchio sogno: guardare le montagne e sentire l'odore del mare... 3. Due anni e mezzo sono un periodo lungo per un'installazione, ma in realtà questo lavoro è durato molto di più. Nel 1987 ho visto il lavoro di Peter Kaser alla miniera di Schneeberg, nel 2001 himmel und hoell di Lanthaler & Kaser, poi anschluss/coincidenza di Franz Pichler nel 2002. Ero al concerto-installazione di Jack Alemanno nel 2004 e nel frattempo ho fatto almeno altri due sopralluoghi. E per due anni ho pensato e fatto decine di disegni. Oggi comincio a capire che il paesaggio della montagna, come quello di mare, non può essere spiegato (ognuno cerca per suo conto la soluzione di questo enigma) ma richiede forse di essere commentato con i mezzi dell'arte. Avere il desiderio di capire le forme e i volumi dei monti, ma anche avere sensibilità per l'autonomia della natura, la sua solitudine e grandezza. Quasi tre secoli prima che i pittori romantici se ne occupassero, Leonardo era arrivato molto più avanti di loro, con i suoi disegni di temporali in montagna: a vederli oggi sono delle straordinarie, modernissime stenografie. E' stato senza dubbio lui il primo a capire come si deve muovere l'artista nel paesaggio alpino: vigile, con timore, con rispetto, e con assoluta sicurezza. 4. Ringrazio (oltre ai colleghi conosciuti al Brennero in questi anni) soprattutto Peter Kaser, che mi ha dedicato moltissimo del suo tempo e -credo- tutta la sua pazienza. Colle Isarco/Gossensass, Padova, agosto 2004 - aprile 2007 su